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Giappone che vai, divieti che trovi

Avvertenze!
post spudoratamente copiato e tradotto dall'ottimo Tokyo Times!

Nel Giappone dei più sofisticati divertimenti, ma anche in quello dei semplici turisti, è risaputo il fatto che il turista (italiano e non) non è sempre ben accetto; un esempio ne è questa soapland dove tra trattamenti di pulizia vari (vedi prostitute) è possibile rilassarsi in tranquillità, se prima si presta attenzione al cartello all'ingresso:

Il cartello (che tiene lontani stranieri in 3 lingue: cinese, coreana, inglese), recita infatti:


Questo negozio è ad esclusivo uso di persone di nazionalità Giapponese.
Secondo voi è possibile mantenere lontani i poveri gaijin da queste bellezze vestite da cameriere senza difese alcune?
...secondo noi si.

Comunque la vera notizia del post che ho rubato è il fatto che da una recente statistica stilata dal ministero degli interni giapponese emerge che non sono pochi gli albergatori restii a offrire servizi agli stranieri:

Il 70% degli albergatori che non hanno avuto ospiti stranieri non desiderano averne in futuro. Il ministro degli interni ha indicato che tali servizi spesso vanno incontro a problemi linguistici e strutturali.
Se la statistica uscita giovedì indica che il 60% dei servizi alberghieri han ospitato stranieri, mentre la maggior parte dei rimanenti non vogliono neppure entrare nel business.

Insomma un risultato discordante dal continuo sforzo giapponese di incrementare il turismo, ma totalmente in linea con il pensiero dell'ex ministro del turismo e dei trasporti (precedentemente ministro dell'istruzione) Nariaki Nakayama che fu forzato a rassegnare le dimissioni a causa delle sue colte dichiarazioni: "i giapponesi sono un popolo omogeneo" (una frase totalmente infondata che nasce dalla propaganda di estrema destra della seconda guerra mondiale) oppure che "ai giapponesi gli stranieri non piacciono nè li desiderano".

Che dire? pliis visit aur cauntri?

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